20.8.2015 Solennità san Bernardo – Cambio stabilità di Maria e Benedetta
Il 20 agosto, solennità di san Bernardo, nel Monastero della SS. Trinità di Cortona è avvenuto il cambio di stabilità di sr. Maria Romeo e sr. Benedetta Pennacchi, monache di Valserena, dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza OCSO. Con il cambio di stabilità sono divenute monache di Cortona, dell’Ordine Cistercense OCIST. I questo modo il Patto fra Valserena e Cortona si è felicemente concluso avendo raggiunto il suo scopo: un numero sufficiente di monache e le condizioni sufficienti perché la comunità possa proseguire autonomamente la sua vita.
La cerimonia si è svolta alla presenza di Dom Mauro-Giuseppe Lepori, OCIST, Abate Generale e Padre Immediato di Cortona, di Dom Giacomo Brière, OCSO, Abate delle Tre Fontane e Padre Immediato di Valserena, di Madre Monica della Volpe, Badessa di Valserena, e di Madre Luciana Pellegatta, Priora Amministratrice di Cortona. Erano presenti anche monaci, monache, sacerdoti e laici vicini alla comunità; tra queste M Benedetta Abbadessa del monastero di Santa Chiara in Cortona, per l’Abbazia di Tre Fontane fr. Matteo, per Valserena Sr. M. Francesca, Sr. Lucia, Sr. Veronica, Sr. Carla. In tutti c’era gratitudine verso Dio e le persone e i monasteri che hanno reso possibile questo prezioso frutto della comunione nella Famiglia Cistercense.
Omelia di padre Lepori, abate generale OCIST
Maria e Benedetta carissime, avete chiesto la misericordia di Dio e la nostra, ma siamo tutti noi che, insieme, la chiediamo con voi a Dio, perchè è ciò che sempre abbiamo bisogno di ricevere, e di imparare a donare.
Il gesto che stiamo per compiere tocca voi in prima persona, ma ci siamo dentro in pieno anche noi, comunità di Cortona e di Valserena.
Questi 10 anni ci hanno portato a questo momento, tutto quello che abbiamo vissuto, noi qui a Cortona e la comunità di Valserena a Valserena.
TUTTO vuol dire: le persone che si sono giocate in questa avventura, chi c’era già (M. Giuliana che ci accompagna dal cielo, Maddalena che ha amato potentemente questa casa ed ora è con noi nella sua sofferenza, Bernarda, Emanuela), chi ha dato il via a tutto, chi era presente dall’inizio del Patto, chi è arrivato dopo, chi è rimasto qui temporaneamente facendo un pezzo di strada con noi, le ultime arrivate, chi ci ha guidato, accompagnato, sostenuto e anche chi ci ha un po’ ostacolato.
TUTTO vuol dire: ciò che il Signore ha permesso che vivessimo perchè il Patto arrivasse a raggiungere il suo scopo: “fare di due uno, realizzando una sola Comunità Cistercense. Le due Comunità sono coscienti che il risultato sarà una comunità nuova, erede insieme di Cortona e di Valserena, e rimangono aperte alla grazia e alle esigenze di questo dono di vita, che richiede a ciascuna di rinunciare a qualcosa di proprio, per ricevere una ricchezza più grande per tutte.”
Ma, come ha scritto Emanuela nel biglietto che mi avete dato il 27 luglio, “ogni compimento ha un nuovo inizio”, questo compimento è perchè continuiamo, con maggior desiderio e autenticità, questo cammino di unità nella comunità, all’interno della Famiglia cistercense e al cuore della Chiesa. Ciò sarà possibile nella misura in cui, come ascolteremo da san Paolo, “… il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri (e nostri) cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.”
Carissime Maria e Benedetta, avete iniziato a vivere questo a Valserena e ora volete continuare a viverlo qui. Il cambio di stabilità è dentro la concretezza di una storia e di tutta la storia che ci precede: “siamo come nani sulle spalle di giganti.”
E io, a cui voi tra poco prometterete obbedienza fino alla morte, sono uno di questi nani, un nanetto, ben consapevole della propria povertà e limitatezza, che semplicemente cerca sempre nuovamente di riaffidarsi e riaffidare tutto a Colui che porta a compimento ciò che ha iniziato.
E tra ciò che abbiamo letto per preparaci a questo momento c’era questa frase: “Il voto di stabilità in monastero è in fondo un atto di estrema fiducia non solo a Dio, ma anche all’uomo (donna). Il singolo e la comunità si accordano vicendevolmente una fiducia senza limiti di tempo, per sempre, che è una fiducia nella possibilità indelebile di ogni persona di aprirsi alla grazia di un cambiamento, di una verità di vita sempre più grande, malgrado i difetti, le lentezze, le cadute” (dom Mauro Lepori).
E’ quello che cercheremo di continuare a fare insieme, con la grazia di Dio.